Curiosissimi noi

“Stay hungry, stay foolish” (Steve Jobs)
Questa è la citazione con cui Stefaan Van Hooydonk ha aperto la sua conferenza del 17 dicembre al ITCILO (International Training Centre of the ILO). Stefaan, belga apicoltore e coltivatore oltre che fondatore del “Global Curiosity Institute“, ha tenuto al centro di Torino un appassionante e coinvolgente conferenza sulla curiosità. È riuscito a catturare l’attenzione di tutti, da professionals a managers, stimolando discussioni e sollecitando la curiosità di ascoltare oltre nell’interlocutore. Stefaan ha inoltre scritto un libro bestseller relativo a questo ambito: The Workplace Curiosity Manifesto.
“Curiosity is the will to challenge the status quo” (Stefaan Van Hooydonk)
Stefaan ha chiesto al pubblico quale fosse per loro la definizione di curiosità. “La curiosità nasce dalle esperienze”, “Curiosity is the craving of the unknown (desiderio dell’ignoto)”, “La curiosità è la voglia di scoprire il mondo”, “La curiosità è qualcosa che si coltiva nel tempo”, “La curiosità cresce attraverso l’esplorazione”, “La curiosità significa fare domande”. Queste sono alcune delle risposte che hanno dato i membri del team. Non esiste una definizione unica di curiosità poiché ognuno è in grado di interpretarla in modo diverso. Però si può suddividere la curiosità in tre principali dimensioni: relativa al mondo che ci circonda (creatività), rivolta agli altri (empatia) e intrapersonale (resilienza).

“We are all born curious, only to find ourselves becoming worse at it as we grow older” (Stefaan Van Hooydonk)
La curiosità, secondo Stefaan, è una “key survival skill” del ventunesimo secolo, in contrasto con il basso tasso di desiderio di conoscere di cinquant’anni fa, quando la curiosità era vista negativamente, spesso associata al gossip e percepita come una distrazione. Per di più, i leader, specialmente fino a qualche decennio fa, non volevano che le persone si interessassero ad altro. Infatti, da questo punto di vista, esistono ancora frasi ed espressioni provenienti da tutto il mondo che interpretano la curiosità in maniera negativa, come: “curiosity killed the cat”, “curious people die young”.
D’altro canto, oggi le industrie e le compagnie si stanno avvicinando sempre di più a questa necessità di guardare oltre, nello sconosciuto. Proprio per questo, le citazione della parola “curiosità” nelle pubblicità lavorative è aumentata del 90%, secondo i dati riportati dal “Global Curiosity Institute”. In merito a ciò, una società leader a livello mondiale nella consulenza sulla leadership, Egon Zehnder, ha affermato: “Curiosity is the strongest predictor for executive potential” (la curiosità è il miglior indicatore del potenziale di leadership). Le compagnie hanno iniziato a sviluppare degli approcci diversi verso la curiosità e il fallimento. Infatti una prestigiosa società di consulenza americana, McKinsey & Company, dà la possibilità, anzi l’obbligo, ai propri dipendenti di dissentire, di proporre idee innovative. Oppure Intuit, un’azienda americana leader nel settore della tecnologia finanziaria, celebra il fallimento, permettendo così ai lavoratori di sentirsi apprezzati.
Successivamente, Stefaan ha abbandonato il mondo della leadership e si è focalizzato sui dati della popolazione mondiale. Il numero di domande che gli adulti pongono ogni giorno è infinitamente inferiore rispetto a quello dei bambini. Si passa da 73 domande al giorno fatte da bambini tra i 4 e i 6 anni, a tra le 5 e le 10 domande in adolescenza, a un numero mutevole di domande in età adulta, però solo relative all’ambito funzionale e dal lavoro. I manager e i capi invece formulano circa 6 domande al giorno, delle quali cinque a risposta chiusa, di cui conoscono già il riscontro, per affermare la propria superiorità. Ciò non accade perché l’indice di curiosità cala con l’avanzare degli anni, che anzi, come ha dimostrato il “Global Curiosity Institute”, aumenta con l’età e con l’esperienza, ma perché crescendo gli adulti hanno paura di sbagliare, mentre i bambini sono impavidi e spinti da una curiosità instancabile verso il mondo. Oggi spesso la mancanza di curiosità negli adulti e sentire che la luce dentro si affievolisce, porta alla depressione e alla perdita di speranza.
“The opposite of curiosity is conformity”
L’opposto della curiosità è la conformità, la condiscendenza. La famosa e ridondante frase “L’ho sempre fatto così” accompagnata dall’eccessiva fiducia in se stessi porta allo sterminio di ogni barlume di curiosità. Dopo soli tre anni la curiosità, a casa e al lavoro, diminuisce drasticamente. Infatti, la maggior parte delle coppie oggi divorzia non a causa di perpetui litigi, ma per noia. Di solito il mondo cambia però l’individuo rimane sempre lo stesso. Dovremmo chiederci, come afferma Stefaan: “Cosa posso fare IO per essere un miglior… (partner, collega, alunno, manager…)?”.
Infine, Stefaan conclude proponendo cinque Micro-habit (abitudini) da approfondire ogni giorno:
- Essere aperti a qualunque tipo di curiosità: sperimentare
- Scegliere il difficile: affrontare le sfide
- Cambiare il proprio copione
- Trovare del tempo e dello spazio per rallentare
- Pretendere meno, chiedere di più, ascoltare meglio
Spesso basta solo cambiare il proprio punto di vista e sforzarsi di aprire la mente al nuovo, nonostante le avversità.
Come dice Abraham Lincoln:
“I don’t like that man, I need to know him better”.




