Svergognarsi

Il senso di colpa dice: “Ho fatto qualcosa di sbagliato”, la vergogna dice: “Sono sbagliato”. Secondo John Bradshaw è questa la differenza tra il sentimento negativo che nasce in ciascuno di noi a seguito di un errore e il turbamento indotto dalle opinioni altrui. Infatti, la vergogna scaturisce dal giudizio degli altri, che ci fa sentire diversi e sempre fuori luogo. È stato questo l’incipit della presentazione di Domitilla Pirro, autrice di saggi sull’individualità e contro i tabù della sessualità come “Utero con vista” e insegnante alla Scuola Holden attraverso il progetto di formazione gratuita Fronte del Borgo.
Lo scopo della conferenza era in primo luogo illustrare la natura della vergogna e successivamente la possibilità di affrontarla con introspezione e condivisione. Infatti, è “un’arma potente per mantenere le persone in silenzio”, un sentimento che spesso reprimiamo che ci impedisce raccontare noi stessi per quello che siamo davvero. Domitilla ha sottolineato come nessuno sia immune al giudizio della società, neppure celebri artisti come Tim Burton, un “freak” fuori dai canoni sociali i cui personaggi, oggi noti in tutto il mondo, sono nati come specchi della sua costante vergogna. Un altro esempio illustre è Hans Christian Andersen, che nascose il suo amore omosessuale nella figura della sirenetta per creare una storia romantica che potesse essere accettata dalla società.
L’autrice ha poi coinvolto gli spettatori, chiedendo loro di scrivere anonimamente l’ultimo episodio in cui si sono vergognati e, in un secondo momento, facendoli ragionare su come si possa crescere e maturare con maggiore autostima e sicurezza della propria persona e delle proprie capacità. Infine, ha evidenziato come si possa sradicare questo sentimento negativo: “la vergogna odia il momento in cui le tendiamo la mano e raccontiamo la nostra storia. O del momento in cui le avvolgiamo attorno delle parole. Non può sopravvivere se viene condivisa.”