20…che opportunità

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Dopo essere entrate nella sala, quasi tutta al femminile, abbiamo assistito a una conferenza guidata da alcune donne che fanno parte di una cooperazione per quanto riguarda l’imprenditoria culturale.

Un aspetto comune che é stato spesso ricordato é la difficoltà e il coraggio necessario per cominciare un percorso simile. Ad esempio una di loro, Irene, ci ha raccontato che quando iniziò sua figlia aveva 5 mesi e perciò dovette anche sacrificare del tempo con lei negli anni. Uno dei motivi della conferenza é quello di festeggiare il ventesimo anniversario della cooperazione e per celebrare i successi finora ottenuti. Sono riuscite ad ottenere risultati più proficui dopo aver capito che in queste imprese era necessaria una forte distinzione di genere per andare avanti, quando invece all’inizio vi era una predominanza maschile: infatti così facendo i risultati economici migliorarono del 30%.
Tutto ciò avvenne soprattutto perché si sono servite della scrittura, raccontando di queste tematiche attraverso storie, e quindi sfruttando il potere delle parole.

 

 

Hanno inoltre proposto due esempi di storie molto diverse tra loro ma entrambe significative.

La prima di loro a parlare è stata Eva Capirossi: 20 anni fa ha fondato la sua casa editrice chiamata “Scrittura Pura”; ha sottolineato spesso il grande coraggio e l’intraprendenza necessaria per decidere di cominciare a realizzare un progetto simile. Tuttavia, quest’ultimo non si sarebbe potuto realizzare senza aver fatto parte di una cooperazione nella quale diverse donne collaborano per un progetto in cui credono fermamente come hanno ripetuto diverse volte. Inizialmente, non c’erano i fondi per retribuire in denaro il lavoro svolto, avevano scommesso su questa causa ed è stata solo la passione ad aver loro permesso di essere nella situazione attuale.

In tutti questi anni il contesto è però mutato, e non positivamente: ad esempio, i fondi che lo Stato mette a disposizione per i progetti culturali sono ridotti e di difficile accesso. Ci ha anche spiegato che, nonostante sia appagata da questa sua occupazione, il ruolo di imprenditrice purtroppo comprende numerose responsabilità e la distoglie molto dal suo intento iniziale, ovvero occuparsi di libri e storie in prima persona. Tuttavia senza questa figura la casa editrice non andrebbe avanti, in quanto è di fondamentale importanza.

La seconda testimonianza è stata quella di Maria Elena Abboglio: ha cominciato il suo racconto condividendo con noi parti della sua vita molto personali e toccanti, riguardanti il contesto socio-politico in cui ha vissuto e le difficoltà della sua condizione di immigrata. Successivamente ci ha esposto le motivazioni che l’hanno spinta a scrivere il suo libro, “Dove comincia la rivoluzione”. Ha ribadito spesso che il motivo della realizzazione é dovuta dalla necessità di esternare una situazione socio-politica nella quale  l’immaginaria protagonista Sofia é immersa. I dati storici presenti in esso sono estremamente accurati, in quanto la sua esperienza di immigrazione l’ha segnata molto tanto che ha detto di convivere con due versioni differenti di sé stessa: una argentina e una italiana. Per lei arrivare in Italia é stato come una rinascita, respirare finalmente l’aria di libertà che aveva tanto sognato. Tuttavia questa libertà ora è molto diminuita: i diritti, sopratutto quelli per le donne, non sono affatto scontati ed é necessario difenderli in ogni modo. Nonostante il lavoro già svolto, ci sono diversi aspetti ancora da migliorare, ma attraverso la cooperazione sono fiduciose di poterci riuscire.

Sofia Maria Cristina Giaccone



Il Salice

Il “Salice” nasce nel 1985. Negli ultimi sette anni sono stati pubblicati più di 2000 articoli online.


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