Una Ragazza alla Moda, n viaggio nel tempo

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di Carola Meli e Jacopo Covolan 

Oggi, venerdì 16 maggio, una parte della redazione del Salice ha avuto l’opportunità di partecipare a un incontro speciale al Salone del Libro. Al centro della conferenza, moderata da Alessandra Richetto con la partecipazione di Claudia Calzuola e Daniela Moro, c’era la figura femminile nel Giappone degli anni Venti, raccontata attraverso la storia di “Una ragazza alla moda (Haikara-san ga Tōru)”, un celebre manga di Waki Yamato.

 

La protagonista, Benio Hanamura, è una ragazza che non accetta i soliti schemi imposti dalla società giapponese di quell’epoca. In un periodo in cui le donne dovevano prima sottostare al padre, poi al marito e infine al figlio, Benio rappresenta l’anticonformismo. Si veste con uno stile che mescola tradizione giapponese e moda occidentale, sogna di essere indipendente e vuole scegliere da sola il suo futuro. Basti pensare che nel 1913, mentre in Giappone era ancora quasi impossibile immaginare una donna all’università, tre ragazze riuscirono a entrare in un ateneo statale maschile, creando scalpore e dando il via ai primi passi verso il cambiamento.

Accanto a Benio c’è Ranmaru, il suo migliore amico, cresciuto in una famiglia di attori di teatro Kabuki. In quegli anni le donne non potevano esibirsi sul palco. Erano quindi gli uomini a interpretare i ruoli femminili. Ranmaru, con il suo aspetto androgino, sfida i confini tra maschile e femminile, mostrando quanto le etichette di genere fossero più fluide di quanto si pensasse. Durante un ballo, si presenta vestito da donna e viene corteggiato da un ragazzo che, solo dopo, scopre la sua vera identità. Un episodio che fa riflettere su come il tema dell’identità di genere fosse già presente, anche se in modi diversi rispetto a oggi.

Partecipare all’incontro al Salone del Libro è stato un modo per riflettere su quanto le cose siano cambiate nel tempo. Da una società che vedeva le donne solo come mogli e madri, siamo passati a una realtà in cui le ragazze studiano, lavorano e lottano per essere ciò che vogliono. Forse, storie come quella di Benio ci ricordano che la strada per la parità e l’indipendenza è lunga, ma vale la pena percorrerla.

Carola Meli



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