Pajtim Statovci e “Il mio gatto Jugoslavia”

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Al Salone del Libro di Torino era presente anche Pajtim Statovci, celebre scrittore finlandese di origine kosovara, che ha raccontato vari aneddoti riguardanti la sua ultima pubblicazione , il libro “Il Mio Gatto Jugoslavia”.

Pajtim Statovci è nato a Besianë/Podujevo, in Kosovo, nel 1990, da famiglia albanese, comunità molto diffusa in quella regione.

Vive poco nel suo Paese, all’epoca ancora parte della Jugoslavia, a causa della guerra, scoppiata alla fine del 1991, ragione per cui emigra in Finlandia. Inizia a scrivere libri nel 2014, quando pubblica Kissani Jugoslavia“, edito in Italia come “L’ultimo parallelo dell’anima“, con cui ottiene successo internazionale, seguito da “Tiranan Sydän”, “Le Transizioni”, con cui qualche anno più tardi vince l’Helsinki Writer of the Year Award , e da “Bolla”, tradotto come “Gli Invisibili”, pubblicato nel 2019.

Quest’anno “Kissani Jugoslavia” è stato ripubblicato in Italia da Sellerio, come “Il mio gatto Jugoslavia”.

Statovci nella conferenza ha parlato dei due animali protagonisti nel libro, da un lato in gatto, che con la sua apparenza crea nel protagonista, il giovane Bekim, un senso di accettazione, anche nei comportamenti sgradevoli che il primo dimostra, come ad esempio la discriminazione per le tendenze omosessuali del ragazzo. Dall’altro, il serpente, che aiuta Bekim a superare le sue paure e a vincere la discriminazione percepita nell’università che frequenta, abbandonando il corso.

Un altro punto focale della conversazione è stato il personaggio della madre di Bekim, Emine, di religione musulmana, la cui vita è basata su decisioni arbitrarie del padre e dall’opprimente marito.

Da questo punto, ha proseguito raccontando la sua esperienza personale, concentrandosi prima sulle sue dinamiche familiari, contraddistinte dal sentire notizie di guerra ogni giorno su TV e radio e dall’incompatibilità di integrarsi con la società finlandese, poi sulle giornate passate in biblioteca, unico rifugio dopo scuola, e l’impossibilità di prendere più di 8 nei temi: ” Perché – sottolinea – la vita è più facile se ti chiami Michael piuttosto che Moustafà”, considerando come le origini di una persona possono modificare l’apparenza e i pregiudizi su di quest’ultima.

La conferenza si è conclusa con una decina di minuti a disposizione del pubblico per fare domande e parlare con l’autore a riguardo della nuova edizione e del significato dei personaggi.

“Grazie, Pajtim – ha commentato uno – perché con i tuoi libri mi hai dato coraggio per vincere le mie paure”.

 

Davide De Bartolo



Il Salice

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