Un mondo sempre più numeroso

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di Silvia Gilardi

 

Progresso e aumento demografico

Nel corso degli ultimi cinquant’anni la popolazione globale è aumentata esponenzialmente. Tale fenomeno è un’evidente manifestazione del progresso avvenuto in campo medico e tecnologico. Lo sviluppo della scienza ha permesso infatti un innalzamento della speranza media di vita delle persone e di conseguenza ha portato a un mondo sempre più popolato. Questo processo, seppur possieda certamente degli aspetti positivi, ha rivelato notevoli criticità.

Iperglobalizzazione

Un incremento così significativo della popolazione mondiale ha avuto come conseguenza diretta la nascita di città sempre più densamente abitate. Sono le cosiddette “megacittà”, come le definisce Silvia Peppoloni, autrice dell’articolo “La terra uccide ma possiamo limitare i danni”, pubblicato nel 2016 sul quotidiano il Corriere della Sera.

Queste metropoli di milioni di cittadini stanno progressivamente fagocitando tutto l’ambiente circostante, creando periferie sempre più asfissianti e aggravando l’inquinamento ambientale.

Spesso inoltre questi centri urbani vengono edificati in zone potenzialmente rischiose; ne è un esempio l’inurbamento attuato sulle pendici del Vesuvio, in Campania, zona assolutamente pericolosa e inadatta a un’urbanizzazione di tale genere. In un momento storico in cui i disastri ambientali sono sempre più frequenti, questo processo è assolutamente deleterio, poiché pone inutilmente a rischio la vita delle persone.

 

Paesi “giovani” e Paesi “vecchi”

Vi sono Paesi in cui l’aumento demografico è più evidente e soprattutto preoccupante. In luoghi come il continente africano, l’India o la Cina, il numero di nascite è sempre maggiore. Ad esempio la media dei figli delle famiglie africane è più di cinque ciascuna.

Si parla infatti di Paesi “giovani”, in netta differenza con le nazioni occidentali, dove il numero della popolazione anziana è nettamente superiore a quello delle nascite.

Tutto ciò ha contribuito a incrementare il già esistente divario tra i Paesi “ricchi” dell’Occidente e quelli più poveri. In luoghi dove la carenza di beni primari come acqua e cibo è una condizione quotidiana, un aumento demografico di tale portata ha generato delle condizioni ancora più gravi e preoccupanti.

 

Le conseguenze sull’ambiente

Una popolazione così cospicua necessita di conseguenza di un numero ingente di risorse da sfruttare. L’uomo ha bisogno della natura per la propria sopravvivenza: servirsi di essa non è di per sé qualcosa di negativo, tuttavia nel corso dell’ultimo secolo l’abuso smodato di quest’ultima ha portato ad effetti irreversibili.

Primo fra tutti il surriscaldamento globale, con tutte le ripercussioni che ne derivano, come lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento dei mari, le sempre più frequenti catastrofi ambientali.

In secondo luogo l’emergenza idrica e alimentare in determinate zone del globo, in particolare in Africa, che provoca giornalmente migliaia di morti.

Infine un tale sfruttamento delle risorse naturali sta gradualmente portando a un esaurimento delle stesse.

La causa principale che si cela dietro tutto ciò è il fatto che alla popolazione piace l’agio. Negli ultimi anni si è iniziata a prestare maggiore attenzione al problema ambientale, tuttavia sono ancora pochi coloro che sono disposti a sacrificare le proprie comodità per un bene collettivo.

Specialmente di fronte a una crescita demografica così numerosa e in costante aumento, bisognerebbe prima di tutto essere adeguatamente informati sui rischi a cui si sta andando incontro, in secondo luogo cercare di utilizzare in modo più consapevole tutto ciò che la natura ci offre.

Silvia Gilardi



Il Salice

Il “Salice” nasce nel 1985. Negli ultimi sette anni sono stati pubblicati più di 2000 articoli online.


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