Conosci i tuoi Rappresentanti – Federico Fassi

Federico Fassi

Tre domande ai rappresentanti di Istituto dello Scientifico – Federico Fassi

Cosa ti ha spinto a candidarti come Rappresentante d’Istituto, che progetti hai per la Scuola?

“Noi (Federco Fassi e Riccardo Finazzi, ndr) ci siamo candidati come Rappresentanti d’Istituto, andando contro l’immaginario collettivo per cui si può diventare rappresentante solo in quarta e in quinta. Perché ci siamo resi conto che negli anni passati il Rappresentante d’Istituto era una figura distaccata dagli studenti, che seguiva i propri interessi e quelli degli amici. Io credo fortemente che ogni anno debba avere un rappresentante, perché ogni annata ha i suoi problemi e proposte e in un periodo come quello del liceo, due anni di differenza sono tantissimi. Ci siamo resi conto che l’anno scorso non eravamo ascoltati, che le nostre idee non venivano portate avanti; di conseguenza ci siamo candidati.Quello che vogliamo realizzare è una scuola con al centro i ragazzi, ma ciò non significa che non bisogna più rispettare i professori o che i ragazzi debbano sempre avere ragione, ma significa che debba esserci una forte partecipazione studentesca al pomeriggio nelle attività pomeridiane. Il “ToVision” è un esempio: un progetto nato dagli studenti ed è lo stesso per la MoleCup, un torneo calcistico gestito e partecipato da giovani.
Allora è questo quello che noi vogliamo portare a Valsalice: un progetto che in molte altre scuole torinesi e non solo ha avuto successo. Ci sono anche molti professori nel nostro Istituto a credere in questo futuro e in questo progetto, che non significa sorpassare e non rispettare i professori, ma dare autorità e dare soprattutto autorevolezza ai giovani”.

Trovi giusto il modo in cui si svolgono le elezioni della Rappresentanza di Istituto?

“Io lo trovo fortemente scorretto perché la Rappresentanza d’Istituto possiamo dire che è il primo incarico della politica italiana che è una democrazia. Democrazia, potere al popolo. E allora questo è potere al popolo? A me non sembra proprio perché solo i rappresentanti di classe possono votare i Rappresentanti d’Istituto, quindi è un potere dato solo ad alcuni. Si arriva al voto e si sceglie guardando la lista dei candidati in base al cognome che ci piace di più, a quello che conosciamo meglio o magari non ne conosciamo neanche uno. Invece ci dovrebbe essere un dibattito, un confronto; in base a ciò, ogni studente deve votare ed è fondamentale che voti, perché in Italia in questo momento non abbiamo più una partecipazione alla vita politica, ma se non partiamo direttamente dal liceo, direttamente dal basso, se non partiamo dalle prime elezioni, dalle prime cariche, in un futuro non avremo più una partecipazione politica. Questa non è democrazia, la democrazia è quando 900 alunni su 900 votano; questa è la democrazia che ci porta e ci istruisce alla vita politica. La formazione politica è tanto famigerata e manca nelle scuole italiane, ma non si fa insegnando le idee altrui, perché quella è una cosa che i ragazzi devono studiare a casa, ma la cultura politica si fa mettendo in atto i principi fin dall’inizio, fin dal liceo”.

 

Non pensi sarebbe meglio se ogni candidato facesse un piccolo discorso prima che si voti?

Penso di aver già risposto nella seconda domanda. Ovviamente noi dobbiamo insegnare ai giovani la vita politica che non è fatta di slogan, da ideali campati per aria, da promesse irrealizzabili. Ad esempio “lasciamo che si fumi dentro le classi” o “togliamo i voti dal sei in giù”. Queste sono proposte che poi nella vita reale e nella politica di tutti i giorni, sentiamo. Il famigerato populismo. Noi dobbiamo istruire i ragazzi a capire che cos’è il populismo, che cosa sono le opinioni reali e glielo insegniamo a partire direttamente dal liceo: un confronto, un dibattito (e con ciò intendo un dibattito rispettoso, in cui non ci si insulti), e questa è una cosa che in Italia manca. Noi dobbiamo insegnare questi ideali, queste idee, questi principi. Quindi ovviamente ci dovrebbe essere un confronto, un dibattito prima delle elezioni e ogni studente deve, perché è un dovere votare, chi meglio lo rappresenta. Questo è un tema che noi affronteremo nel Consiglio d’Istituto e ci batteremo per questo, perché vogliamo che dal prossimo anno Valsalice diventi un punto di partenza e soprattutto un inizio per la politica futura.

Elisabetta Chiadò



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