Montagne, le testimoni dei cambiamenti climatici

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Negli ultimi anni si assiste sempre più frequentemente a eventi estremi, come terremoti, frane, slavine, inondazioni, scioglimento dei ghiacciai, tutte conseguenze dei cambiamenti climatici che stanno soffocando il nostro pianeta.

Vere e proprie testimoni del surriscaldamento globale sono le montagne, dove sono maggiormente evidenti gli effetti a breve e lungo termine.

La montagna è un luogo frequentato in ogni stagione, che offre paesaggi mozzafiato e ampie scelte di attività da svolgersi immersi nella natura; tuttavia negli ultimi anni sta diventando sempre più rischioso frequentarla, proprio perché l’azione dell’uomo, seppur indirettamente, la sta distruggendo.

Basti pensare al ghiacciaio della Marmolada che lo scorso 3 Luglio è in parte franato travolgendo una ventina di escursionisti e provocando la morte di undici persone.

Quello della Marmolada è l’esempio eclatante della condizione di sofferenza in cui si trovano tutti i ghiacciai; qui in Piemonte ad esempio, al confine con le Alpi Francesi, il ghiacciaio del Sommeiller è quasi completamente scomparso. Un tempo esso era utilizzato anche nella stagione estiva per praticare lo sci, ora invece è ridotto a una striscia grigia di detriti.

Sempre le montagne sono diventate delle sentinelle della siccità che sta colpendo il nostro pianeta. In una delle estati più calde dell’ultimo decennio anche gli alpeggi ne stanno risentendo. L’erba è rada e gialla, l’acqua scarseggia, e chiaramente i pascoli ne patiscono le conseguenze.

L’aumento delle temperature e il prolungarsi dei periodi torridi sono inoltre causa di incendi sempre più frequenti e di invasioni anomale di insetti quali zecche, cavallette e zanzare tigre, dannosi sia per la vegetazione che per il bestiame e l’uomo stesso. In particolare parassiti come il bostrico (Ips thypographus) stanno distruggendo le foreste del Trentino e di tutto il nord Italia; si tratta di un piccolo coleottero che danneggia la corteccia degli abeti rossi, scavando sotto di essa intricate gallerie che interrompono il flusso della linfa, causando in breve tempo la morte delle piante. Proprio le elevate temperature hanno creato la condizione per la diffusione del bostrico, provocando danni irreparabili alla vegetazione.

Circa il 20% della popolazione italiana ama frequentare la montagna durante l’estate, d’inverno questa percentuale aumenta. Essa, come anche tutti gli altri ecosistemi, è un luogo così prezioso, in grado di donarci così tante meraviglie, e proprio per questo motivo dobbiamo imparare a rispettarla e a viverla consapevolmente.

Eventi estremi come siccità, incendi, cedimenti di ghiacciai, ci dimostrano come il collasso degli ecosistemi non sarà graduale ma repentino. Queste calamità sempre più frequenti sono i segnali che ci arrivano dall’ambiente in sofferenza, e che dovrebbero essere il campanello d’allarme che provoca una spinta a un cambiamento radicale dell’azione distruttiva umana.

Silvia Gilardi



Il Salice

Il “Salice” nasce nel 1985. Negli ultimi sette anni sono stati pubblicati più di 2000 articoli online.


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