Incontro con l’autore di “Outlier. Anomalia”

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In seguito alla lettura del romanzo distopico “Outlier. Anomalia” nelle classi della professoressa Paola Scaletti è stato invitato l’autore Luca Botturi tra i banchi di Valsalice per fare una chiacchierata sul proprio libro. Outlier è un romanzo di fantascienza che vede come trama l’assunzione di un giovane statista, Andres, presso il Dipartimento del Benessere Sociale, dove vengono individuati ed eliminati gli Outlier, coloro che non si sono uniformati all’interno di un trend riconosciuto dall’algoritmo. Dalla scoperta di questa raccapricciante realtà all’amore che lo lega ad una Outlier, Andres tenta disperatamente di contrastare il sistema, fino a trovare una misteriosa casa, in cui le vite di queste anomalie della società diventano affascinanti e straordinarie.

Non stupisce la scelta di queste tematiche da parte dell’autore, la vita di Luca Botturi, che ha preso parte a progetti che applicano le scoperte tecnologiche all’educazione, è infatti avvolta da questo tessuto di digitalizzazione, sicurezza e comunicazione.

Per poter dare attenzione alla valorizzazione della propria unicità, che i social media di questi tempi stanno rischiando di sopprimere, Botturi, nel suo romanzo, porta all’estremo la concezione di “trend” e fa emergere la figura degli Outliers; ci si chiede dunque se sia possibile trovare un riflesso di questi anche nella nostra società. Outlier è chiunque al di fuori della “normalità” imposta, colui che si trova fuori dai recinti, che non viene identificato nei modi di fare, parlare o pensare. Dunque un individuo che si trova completamente estraneo a qualunque gruppo, come si mostra? È proprio a questo che il libro risponde.

L’autore fa riflettere però su volontà e necessità che generalmente vengono celate dal fenomeno dell’etichettamento, soprattutto nei social media il bisogno di essere notati e ricordati preme su un appiattimento della realtà, portando ad un “inscatolamento” che riduce l’immensità di un individuo ad una singola dimensione. “Se l’obiettivo è la massa o la popolarità bisogna appiattirsi, così anche una cosa bella, quando viene ridotta a piacere a tutti, si impoverisce”.

Viene naturale quindi chiedersi se in un mondo così controllato ci sia un punto di fuga. Per Botturi è lo sguardo, quello di qualcuno che, analogamente alla “casa” del romanzo, vede in noi più di quello che crediamo di essere.

Come lo era la luna per Clarisse di Fahrenheit 451, così sono i papaveri per l’amata di Andres, scelti da Botturi per il loro crescere ovunque, l’attenzione che richiamano con il loro vivido rosso e l’esser tuttavia così fragili. Nella nostra quotidianità troviamo i papaveri non solo nelle cose (un’opera d’arte o un bel paesaggio), ma soprattutto nelle persone, quelle che in un mondo dove vengono premiate la ricchezza e la notorietà si nascondono dietro un brillio di bellezza d’animo.

Serena Xu

Mille cose vorrei fare, e per ciascuna mille vite vorrei avere



Il Salice

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