Mikhail Gorbaciov

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Muore all’età di novantuno anni l’ex leader sovietico, Mikhail Gorbaciov.

È stato l’ultimo segretario generale del Partito comunista dell’Unione Sovietica.

Nato nella Russia meridionale il 2 marzo del 1931, Gorbaciov ha portato a termine una brillante carriera fino a raggiungere i vertici dello Stato, nel 1985, anni di estrema fragilità per l’URSS.

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Grazie ai numerosi viaggi in occidente condotti negli anni precedenti la sua Presidenza, che influenzarono il suo punto di vista politico e sociale, Gorbaciov capì che l’Unione Sovietica necessitava di profondi e radicali cambiamenti per uscire dallo stallo economico in cui si trovava. Salito alla Segreteria Generale e alla Presidenza  dell’URSS, diede avvio a una profonda riorganizzazione del Paese. La sua azione politica fu infatti caratterizzata da una serie di riforme; le più significative sono state la perestroika, ovvero  la ricostruzione del sistema politico e sociale, e la glasnost, il cui significato può essere riassunto nel termine “trasparenza”.

Sul fronte politico gli si attribuisce l’attenuazione delle tensioni con l’occidente: l’incontro tra Gorbaciov e il presidente statunitense Ronald Reagan a Reykjavik l’11 ottobre 1986, portò l’anno successivo alla firma del trattato INF sull’eliminazione delle armi nucleari. Ciò ebbe come conseguenza la fine della guerra fredda e l’arresto della corsa agli armamenti tra USA e URSS, allontanando il rischio di un pericolosissimo conflitto nucleare.

Nel 1988 con la glasnost introdusse nuove libertà individuali per i cittadini, una maggiore libertà di espressione e di religione, riducendo il controllo della stampa e le repressioni delle critiche da parte del governo, fino ad allora durissime.

Le sue idee e le sue azioni politiche furono fondamentali per la riunificazione tra la Germania occidentale e quella orientale, che portarono definitivamente al crollo del muro di Berlino il 9 novembre del 1989.

Proprio per le sue azioni politiche di mediazione nel 1990 gli fu conferito il premio Nobel per la pace

La figura di Gorbaciov, apprezzata e giudicata in generale positivamente dall’occidente, non ottiene lo stesso consenso globale in Russia. Molti russi gli contestano il fallimento della campagna anti alcol che portò a un notevole calo delle entrate nel settore alcolici, che ebbe come conseguenza l’aumento della produzione clandestina e la nascita del mercato nero, favorendo lo sviluppo della criminalità organizzata; inoltre gli si attribuisce la responsabilità dell’incoraggiamento dei moti nazionalistici nel Caucaso e l’accelerazione del processo di sgretolamento dell’URSS.

Silvia Gilardi



Il Salice

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