La lingua dell’Universo
di Alessandro Beretta
“La natura è un libro scritto in caratteri matematici”.
Questa frase, pronunciata da uno degli scienziati più importanti di tutti i tempi, Galileo Galilei, chiarisce il valore della matematica.
Nel 1990 la sonda spaziale Voyager 1 scattò una fotografia della terra dai confini del sistema solare, circa sei miliardi di chilometri dalla terra. Il nostro pianeta appare più piccolo di un pixel. Nell’immagine la terra è solo un puntino nella vastità dello spazio. Come commentò il famoso fisico Carl Sagan: “Su di esso, tutti coloro che amate, tutti coloro che conoscete, tutti coloro di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita […] su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole”.
Lo studio dei minuziosi dettagli e interpretazioni di un’opera letteraria, delle decine di date che rappresentano le incoronazioni di imperatori e re e le innumerevoli guerre, di tutta la grammatica delle lingue, ha un indubbio valore culturale ma rappresenta la conoscenza di un puntino nella vastità del cosmo. E la causa dell’eccessiva importanza che gli si attribuisce è l’antropocentrismo dell’uomo. Il fisico Carlo Rovelli disse “Noi esseri umani siamo ossessionati da noi stessi. La maggior parte del nostro sapere non è che un rigirarsi dell’uomo attorno a sé, come se fossimo la cosa più importante dell’universo”.
La matematica è la chiave della conoscenza, perché, come affermato giustamente da Galileo, ci permette di comprendere il mondo che ci circonda. Nelle varie lingue sono stati scritti poemi, romanzi e componimenti di ogni sorta; la matematica invece è una lingua universale e ciò che è scritto in questa “lingua” è la struttura stessa della realtà, dalle particelle elementari all’Universo nella sua interezza. Gli attributi del linguaggio matematico sono la precisione, la perfezione, l’essere uguali per tutti i popoli e le civiltà; per questo tale linguaggio è adatto a descrivere il Tutto.
Tramite le equazioni matematiche si è in grado di guardare oltre i minuscoli confini del nostro pianeta, di comprendere e apprezzare cose remotissime nello spazio e nel tempo e di “leggere il libro dell’Universo”.